IL MULINO FRANTOIO DI GENICO di Franca Panizza

 

Nelle vicinanze di Genico, lungo il sentiero che dal Bògn sale verso Somàca, è visibile un secolare mulino a ruota, restaurato e curato nei minimi particolari dai proprietari Lucia Panizza e Renzo Rompani.Nel Catasto Teresiano del 1756 lo stabile è citato come “mulino d’una sola ruota” appartenente a G. Battista Panizza fu Ambrogio di Genico. Costruito nella prima metà del Settecento per uso esclusivamente familiare, venne in seguito utilizzato per la macinazione del frumento e del granoturco prodotti in paese. Si aggiunse più tardi l’attività di frantoio per la spremitura delle olive.Rimangono i marchingegni originali in legno ancora funzionanti, il condotto in granito che portava l’acqua dall’invaso sovrastante, la ruota, un torchio, una raccolta di antichi misuratori e recipienti in rame per l’olio, una mastodontica madia per la farina, vecchi attrezzi agricoli e una stufa in muratura per il riscaldamento e la decantazione della sansa delle olive.Il mulino è sempre appartenuto ad un ramo della famiglia Panizza di Genico e abbiamo notizie dei primi mugnai settecenteschi: Giovanni Battista, Ambrogio e Vincenzo.L’attività venne continuata dai figli di quest’ultimo: Ambrogio e Amatore e poi dai nipoti Ortensio e Aristide. A fine Ottocento passò al discendente Ambrogio Panizza (Guérnu),che però cedette  il redditizio mulinoad un cugino pure di nome Ambrogio (Ambrusùn). Questi, già gestore di un frantoio a Fiumelatte, pensò di utilizzare il mulino soltanto per la spremitura dell’olio, attività che continuò suo figlio Amatore (Cecchìn) fino al 1970 circa

 

Foto di : Luciano Busnaghi e Franca Panizza